Il Nostro Carisma

Francesco, mentre un giorno ascoltava devotamente la Messa degli Apostoli, sentì proclamare il brano del Vangelo in cui Cristo mandò i suoi discepoli a predicare: «Non procuratevi né oro né argento, né denaro nelle vostre cinture, né sacca da viaggio, né due tuniche, né sandali, né bastone» (Mt 10, 9-10).

Dopo averlo ascoltato, capì e immediatamente pieno di indicibile gioia esclamò: «Questo voglio, questo chiedo, questo bramo fare con tutto il cuore!». Si tolse i sandali, lasciò il bastone, la borsa, si tolse la cintura e la sostituì con una corda, e contento di avere solo una tunica, da quel momento si preoccupò solo di scoprire come realizzare appieno le parole ascoltate. (cf 1Cel 22; 356)

Chiamate dal Signore a seguire Cristo attraverso le tracce lasciate dal poverello di Assisi, nella semplicità e nella gioia, cerchiamo di vivere la Regola che Gesù Cristo stesso ha dettato a Francesco per se stesso e per i suoi frati.

La nostra vita si realizza

  • Come missionarie contemplative e contemplative missionarie;

Il nostro giorno è scandito dalla preghiera, il “cibo” principale della nostra vita missionaria. Quest’ultima poi si concretizza in un apostolato al servizio della Chiesa locale e anche nell’organizzazione di missioni popolari, in città, quartieri o paesi in cui, a due a due, di porta in porta, annunciamo la Buona Novella di nostro Signore Gesù Cristo e invochiamo per ogni cuore la pace del Signore.

  • In povertà;

Affinché la nostra fiducia risieda solo nel Padre, ricordiamo quel passo della Scrittura in cui si dice: «Guarda gli uccelli del cielo: non seminano e non mietono, né raccolgono nei granai; eppure il Padre vostro celeste li nutre. Non valete forse più di loro? (…) Ora se Dio veste così l’erba del campo, che oggi c’è e domani si getta nel forno, non farà molto di più per voi?» (Mt 6,26-27.30). La povertà materiale e spirituale ci libera dall’avidità ed essa ci spinge all’umiltà e all’abbandono in Dio. Ci dispone a rapporti gratuiti ed evangelicamente liberi e ci offre imprevedibili sorprese della Provvidenza.

  • In fraternità.

Essa per Francesco è un dono che Dio stesso fa alla sua vita. Egli stesso affermò che l’amore che lega i fratelli dovrebbe superare l’amore che una madre ha per il suo figlio carnale (cf Rb VI, 7; 91), ricordando le parole di Gesù: «Questo è il mio comandamento: che vi amiate gli uni gli altri come io ho amato voi» (Gv 15,12). Il calore fraterno, dopo la grazia di Dio, ci sostiene nelle difficoltà della vita. Non si tratta, però, di un rapporto fraterno di cameratismo ed esclusivo, ma è una fraternità che si allarga e abbraccia il mondo intero.

Ognuno di questi aspetti della nostra vita è accompagnato dal desiderio di condurre una vita di minorità; sempre in obbedienza alla Santa Chiesa «e sottomessi a tutti», sull’esempio di Gesù, il quale «pur essendo nella condizione di Dio, non ritenne un privilegio l’essere come Dio, ma svuotò se stesso assumendo una condizione servo, diventando simile agli uomini» (Fil 2, 6-7).

In un mondo dominato dall’autosufficienza e dal possesso di denaro e successo, il nostro stile di vita vuole richiamare noi e tutti ai valori essenziali del Vangelo.